martedì 4 novembre 2008

4 Novembre all'Università.















Il 4 novembre è un giorno dedicato al ricordo: si celebra la fine della prima guerra mondiale e soprattutto si commemorano i milioni di persone che in quel conflitto, Papa Benedetto XV lo definì un'inutile strage, hanno perso la vita. Il 4 novembre è tutto questo, ma quest'anno anche dell'altro. Le manifestazioni previste non si sono svolte solo nello spiazzo davanti la grande scalinata del Sacrario di Redipuglia.Un gruppo di studenti, nella mattinata di martedì, ha issato uno striscione sulla torretta della sede dell'Università di Trieste in via Alviano, che recita la frase Facoltà di dissentire. Federico Nastasi uno dei rappresentanti degli studenti del corso di laurea di scienze internazionali e diplomatiche presso il consiglio di facoltà di scienze politiche spiega: "Il motivo della protesta è la legge 133, che di fatto, con i sui tagli indiscriminati, rischia di mettere in ginocchio le università pubbliche, che tanto hanno dato e danno ai giovani e ai ricercatori italiani", "noi siamo favorevoli ad una riforma che però vada a colpire i reali sprechi degli atenei" "Rispettiamo questa giornata e soprattutto quelli che tra il 1915 e il 1918 anche in queste terre hanno trovato la morte" afferma Elisa Trevisan, a sua volta rappresentante degli studenti, "molti di quei ragazzi avevano la nostra età e sono dovuti partire e morire per una guerra che è stata terribile" prosegue e aggiunge "non vogliamo però che ci si dimentichi di quello che sta succedendo nel mondo dell'istruzione e dell'università".Anche gli universitari goriziani, dunque, si mobilitano e cominciano a muoversi. Saranno tenute lezioni all'aperto in alcuni luoghi della città, per coinvolgere in maniera costruttiva la cittadinanza, facendo capire, anche a chi non vive questo mondo, l'importanza di un'istruzione libera e pubblica.Attilio Dibattista conclude confermando che l'impegno degli studenti continuerà, non solo con azioni di protesta, ma anche con proposte costruttive di modifica della legge 133/2008, per contribuire alla costruzione di un'università pubblica con meno sprechi, ma che sia autonoma e di qualità. Giacomo Cuscunà.

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